Differenze tra tipi di robot e l’importanza dei robot collaborativi

I robot sono pian piano entrati nelle nostre vite e nelle dinamiche di aziende ed imprese. Ispirati all’essere umano, sono stati inventati per sgravarlo da mansioni pesanti e ripetitive. Ve ne sono di diversi tipi, ma a spiccare tra loro vi è il cobot, il robot collaborativo di semplice programmazione e che si può volta per volta adattare alle nuove funzioni. I cobot garantiscono un buon ROI, hanno dimensioni contenute e lavorano in tandem con l’umano, oltre ad avere un costo davvero limitato.

A cosa servono i robot e come nascono?

La produzione manifatturiera si avvale ormai da almeno un decennio della robotica industriale, una tecnologia che consente notevoli risparmi economici, un miglior approccio ecologico, e un impiego più strategico delle risorse umane. Ma prima di andare avanti, chiariamo alcuni concetti per gli utenti non esperti del settore: cosa è un robot?

I robot sono stati ideati prendendo ispirazione dall’essere umano e dalle sue capacità, per essere un ausilio o un potenziamento delle funzioni di cui l’essere umano è capace e per sgravarlo da lavori ripetitivi e pesanti, in modo che possa concentrarsi su attività intellettuali non attualmente a portata di intelligenza artificiale, in modo da non rischiare né problemi sul breve termine (spiacevoli incidenti), né problemi sul lungo termine (problemi muscolari e ossei dovuti ad azioni ripetitive e logoranti).

Quasi mai i robot sono di forma umanoide, tuttavia è simile la struttura tra umano e robot. Osserviamo le differenze strutturali tra un corpo umano e la struttura robotica:

  • Al posto di uno scheletro fatto di ossa, il robot ha una struttura meccanica.
  • Al posto dei muscoli vi sono gli attuatori.
  • I cinque sensi sono sostituiti dai sensori.

 

Robot: definizioni e differenze

I robot sono di tanti tipi diversi, a seconda delle mansioni in cui sono impiegati. Vediamo insieme i principali tipi e le differenze tra i principali modelli:

  • Selective Compliance Robot Arm (Scara): robot con braccio che si muove sul piano orizzontale e presa che sale e scende in verticale.
  • Cartesiano: si muove nei tre assi, x, y, z.
  • Antropomorfo: robot che agisce in vari assi di movimento, con una libertà d’azione simile a quella dell’essere umano.
  • Programmable Universal Machine for Assembly (Puma): robot composto da un braccio meccanico e un sistema di controllo..
  • Robot collaborativo (Cobot): robot piccolo, con sei gradi di libertà, se non di più, flessibile nella riprogrammazione.

L’unico vero robot flessibile è il Cobot, che, grazie alla sua ri-programmabilità, è versatile e può abbattere le spese, venendo impiegato volta per volta in diverse mansioni, non costringendo l’impresa a fare più di un investimento, ma consentendo l’impiego di un unico robot per varie funzioni, anche in evoluzione nel tempo.

I vantaggi dell’utilizzare i Cobot e transizione sostenibile all’industria 4.0

Ormai anche molte piccole e medie aziende fanno uso dei robot collaborativi, per via dei loro numerosi vantaggi. Esaminiamo le qualità che un imprenditore dovrebbe valutare per decidere di passare alla robotizzazione:

  • Costo relativamente basso.
  • Ritorno dell’investimento immediato.
  • Versatilità.
  • Facilità di programmazione.
  • Dimensioni contenute.
  • Capacità di lavorare in tandem con l’essere umano.

La “collaboratività”, dote che dà il nome ai “Cobot” (robot collaborativi), è la caratteristica forse più importante di questo tipo di robot. Questi preziosi aiutanti stanno dando un enorme contributo alla transizione sostenibile all’automazione e alla transizione verso un’industria sempre più 4.0. I cobot sono etici perché sostituiscono l’uomo solo in quelle mansioni alienanti, pesanti e che, con la ripetitività, potrebbero creare problemi di salute (all’apparato muscolo-scheletrico) all’umano che le svolge quotidianamente, il (o la) quale, liberato da queste mansioni poco qualificate, potrà finalmente dedicarsi ad attività più strategiche, e in cui è attualmente impossibile sostituirlo, o sostituirla, con un’intelligenza artificiale.